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Subiaco per Amatrice. Una portata speciale il cui incasso sarà devoluto alla città devastata

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Subiaco per Amatrice. Una portata speciale il cui incasso sarà devoluto alla città devastata

Subiaco per Amatrice. Una portata speciale il cui incasso sarà devoluto alla città devastata

Scavare a fondo nelle tradizioni gastronomiche, musicali e dialettali di Subiaco alla ricerca delle radici in comune dei popoli dell’alta valle dell’Aniene. O meglio le “rajche” – come si usa dire nel dialetto del paese in provincia di Roma -, un vero tesoro da preservare di fronte all’avanzare inesorabile del tempo attraverso una manifestazione che permette a tutti di sentirsi sublacensi. Qui, all’ombra della Rocca Abbaziale che fu dimora dei Barberini, dei Colonna e di Lucrezia Borgia, dal 26 al 28 agosto torna l’appuntamento con “Rajche, radici in comune”, tre imperdibili giorni dedicati alla cultura locale e dialettale tra poesie, stornelli e canti popolari. A dare il via all’evento, venerdì 26 agosto alle 21.30, sarà la rappresentazione teatrale “Attizza ju foco, carbonà”, scritta e diretta da Benedetto Bagnani e curata dai ragazzi dell’associazione Rajche. Quindi grande spazio sarà dato alla buona cucina con l’attesissimo appuntamento con la passeggiata gastronomica: sabato 27 agosto dalle 19 alle 24, muniti di sacca e calice, i visitatori potranno tuffarsi in una sorta di tour con tantissime portate della cucina tipica del territorio, realizzate al momento seguendo le ricette delle nonne ed esclusivamente con materie prime del posto. Dalla panzanella ai “frittegli”, passando per gli strozzapreti alla “subbjacciana”, i pizzicuni co gli sfritti, gli arrosticini e la coratella, ci sarà davvero l’imbarazzo della scelta fra oltre 30 specialità! Non mancherà una portata “solidale”, gli strozzapreti all’arrabbiata, il cui incasso sarà interamente devoluto alla città di Amatrice, duramente colpita dal terremoto. E in abbinamento ai piatti a “chilometro zero” le aziende vinicole locali proporranno i loro migliori prodotti da gustare nelle vecchie cantine del paese, riaperte per l’occasione, nelle quali è possibile respirare l’atmosfera tipica delle feste di un tempo.

Il tutto sarà accompagnato dalle note della musica tradizionale itinerante, mentre il giorno successivo dalle ore 10 torneranno protagonisti gli antichi strumenti musicali con la sesta edizione di “Rajche: di legno, di canna, di pelle”, il festival e mostra-mercato della musica popolare e della liuteria tradizionale; artigiani e costruttori di zampogne, organetti, chitarre e tamburi, metteranno in mostra i propri lavori e ogni visitatore potrà provare l’emozione di imbracciare questi caratteristici strumenti. La giornata proseguirà con il pranzo curato dall’Associazione Rajche e con la degustazione “Le denominazioni del Cesanese” nella splendida cornice della Rocca Abbaziale; a chiusura della manifestazione verrà preparata la tradizionale “panarda”, una cena all’aperto il cui menù a base di piatti semplici ricorda il modo in cui usavano pasteggiare i nostri nonni, mentre il caratteristico “ballo della pantasema” darà a tutti l’appuntamento alla prossima edizione.

A fare da cornice alla manifestazione sarà lo splendido centro storico di Subiaco. Pochi lo sanno, ma Subiaco e la valle dell’Aniene sono state nei secoli teatro di eventi fondamentali nella storia del nostro Paese e dell’Europa, dall’imperatore romano Nerone alla famiglia Borgia, da San Benedetto che qui scrisse la sua la sua Regola fino alla prima stampa in Italia di un libro con il metodo Gutemberg; ma accanto a questi grandi accadimenti si è sviluppata un’altra storia – decisamente meno nota – fatta di eventi legati alle feste calendariali, alla devozione popolare e alle attività economiche tradizionali: una storia di radici comuni che “Rajche” farà rivivere come per magia dal 26 al 28 agosto.

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Giovanni Lembo

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