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Contro la povertà educativa… “ci vuole un seme”. Presìdi creati presso i tre plessi scolastici di Monterotondo, Mentana e Fonte Nuova

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Contro la povertà educativa… “ci vuole un seme”. Presìdi creati presso i tre plessi scolastici di Monterotondo, Mentana e Fonte Nuova

Contro la povertà educativa… “ci vuole un seme”. Presìdi creati presso i tre plessi scolastici di Monterotondo, Mentana e Fonte Nuova

Finanziato dal Bando Prima infanzia 2016 dell’Impresa Sociale “Con i Bambini” il progetto per la periferia nord est di Roma: è tra i primi 5 nel Lazio e tra gli 80 selezionati in Italia su 128 progetti presentati.

Ai nastri di partenza un progetto per ampliare e potenziare l’offerta dei servizi educativi per bambini da 0 mesi a 6 anni e per le loro famiglie, nella periferia nordest di Roma. “Ci vuole un seme” è un’iniziativa promossa dalla Cooperativa Sociale Folias in partenariato con 26 soggetti pubblici e privati, tra cui le Cooperative Sociali Iskra e Il Pungiglione. Nel titolo l’intento del percorso: generare partecipazione e collaborazioni che possano garantire la continuità del progetto oltre la sua durata.

Finanziato dal Bando Prima infanzia 2016 dell’Impresa Sociale “Con i Bambini”, il progetto è tra i cinque selezionati nella Regione Lazio per contrastare la povertà educativa e ha l’obiettivo di promuovere “un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti”, così come previsto dal 4° obiettivo dell’Agenda globale 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.

L’idea progettuale prevede la realizzazione di tre presidi ad ”alta densità educativa”: luoghi, cioè, di incontro e aggregazione – aperti alle famiglie con bambini 0-6 anni, agli insegnanti, agli operatori che lavorano con l’infanzia – che favoriscano socializzazione, integrazione culturale, formazione e benessere psico-sociale. I presìdi saranno creati presso tre plessi scolastici dislocati a Monterotondo, Mentana e Fonte Nuova, tre comuni in provincia di Roma.

“Ci vuole un seme” intende, così, offrire alla comunità di riferimento la possibilità di sperimentare un modello di welfare comunitario in grado di mettere in campo una risposta multidimensionale ai bisogni dei bambini e delle loro famiglie. Una forma integrata di intervento che coinvolge enti pubblici e privati impegnati nella creazione di una comunità educante territoriale sempre più strutturata ed eterogenea che contribuisca, tra l’altro, a migliorare lo status economico dei nuclei vulnerabili attraverso azioni di formazione e accompagnamento al lavoro.

Il progetto prevede laboratori per l’infanzia e per genitori, spazi per mamme e bambini 0-2 anni, spazi di ascolto per famiglie, workshop per genitori, insegnanti e operatori sociali, la creazione di spazi baby 0-6 anni, incontri di supporto al protagonismo genitoriale, spazi di solidarietà e corsi di formazione e orientamento al lavoro per genitori disoccupati.

“Siamo molto orgogliosi che il nostro progetto sia stato finanziato – dice Silvia Funaro, responsabile Comunità Educante della Cooperativa Folias. Pensiamo davvero che aprire le scuole in orario extra-curriculare e immaginarle non solo come agenzie educative, ma anche come una casa, un luogo accogliente e aperto in cui affiancare ai processi educativi formali anche quelli non formali e informali, rappresenti un primo passo per combattere la povertà educativa sui nostri territori”.

“Lavoriamo da 23 anni tra i comuni di Mentana, Fonte Nuova e Monterotondo – aggiunge Salvatore Costantino, Presidente della Cooperativa Folias. Aver riunito in un unico progetto 27 organismi pubblici e privati del territorio per noi significa riuscire ad intercettare le diverse esigenze della popolazione locale, catalizzare risorse per dare una risposta concreta alla necessità di rafforzare i servizi per la prima infanzia e per i nuclei familiari più vulnerabili nel Distretto Socio Sanitario RMG1”.

Il partenariato vede in campo il distretto socio sanitario RM G1 (Mentana, Fonte Nuova, Monterotondo), l’ASL Roma 5, la Regione Lazio, 12 tra istituti scolastici e asili nido, 4 associazioni locali, 2 realtà di supporto metodologico, un ente per la valutazione dell’impatto sociale e tre cooperative sociali che da oltre 20 anni lavorano nell’area di intervento e che costituiranno, insieme, la cabina di pilotaggio.

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Giovanni Lembo

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