Recensione di “Sunrise”: Guy Pearce e l’oscurità
Segui Email “Sunrise” è un thriller del 2024 che immerge lo spettatore in un’atmosfera cupa e opprimente, toccando temi
“Sunrise” è un thriller del 2024 che immerge lo spettatore in un’atmosfera cupa e opprimente, toccando temi come il razzismo, la xenofobia e la vendetta attraverso una lente horror. Diretto da Andrew Baird, il film si affida in gran parte alla performance carismatica e inquietante di Guy Pearce, che, pur non essendo il protagonista, ruba la scena con la sua presenza magnetica. Tuttavia, nonostante le buone premesse e un’ambientazione suggestiva, il film fatica a trovare una sua identità, risultando un miscuglio di idee interessanti che non sempre si amalgamano in modo efficace.
Un ritorno al passato e una minaccia presente
La storia segue Fallon (Alex Pettyfer), un ex poliziotto che torna nella sua città natale per indagare sulla scomparsa della sua famiglia. Il suo ritorno lo porta a scontrarsi con Reynolds (Guy Pearce), un demagogo locale che predica l’odio e la supremazia, e che sembra essere collegato alla tragedia di Fallon. Mentre Fallon cerca la verità, si imbatte in una serie di eventi misteriosi e violenti, che lo costringono a confrontarsi con i demoni del suo passato e con una minaccia che va oltre la semplice criminalità.
Tra atmosfera e confusione narrativa
Andrew Baird riesce a creare un’atmosfera visivamente potente, con paesaggi desolati e una fotografia che esalta il senso di isolamento e minaccia. Il film è pervaso da una sensazione di disagio, con scene che, pur non essendo esplicitamente violente, riescono a generare tensione. Tuttavia, la narrazione è spesso confusa e frammentaria, con un ritmo lento che non sempre giova alla suspense. Il film sembra voler affrontare troppi temi contemporaneamente (razzismo, xenofobia, il lutto, la vendetta), senza riuscire a svilupparli in modo approfondito. Questa mancanza di focus rende la trama a tratti difficile da seguire e impedisce al film di raggiungere il suo pieno potenziale.
Guy Pearce, nel ruolo di Reynolds, è senza dubbio il punto di forza del film. La sua interpretazione è carismatica e terrificante, riuscendo a dare vita a un villain che è al tempo stesso affascinante e ripugnante. Pearce domina ogni scena in cui appare, con monologhi che, pur essendo a tratti eccessivi, sono resi credibili dalla sua abilità attoriale. La sua performance è un faro in un film che, altrimenti, rischierebbe di perdersi nella sua stessa ambizione. Alex Pettyfer, nel ruolo del protagonista, offre una performance solida, ma non riesce a eguagliare l’intensità di Pearce.
In conclusione, “Sunrise” è un film che, pur avendo buone idee e un’atmosfera suggestiva, non riesce a sfruttare appieno il suo potenziale. È un thriller che si perde nella sua stessa complessità, risultando a tratti lento e confuso. Peccato.
Il film è edito in home video dalla Blue Swan.
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