“Abracadabra”: la bacchetta magica tra storia e magia
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“Abracadabra”
(Liber medicinalis di Quintus Serenus Sammonicus)
“Hockety pockety, wockety wack
Abra, cabra, dabra, da
Se ciascun si stringerà
Il posto a tutto si troverà.”
(Higitus figitus, dal cartone Disney La spada nella roccia)
“Salagadula megicabula bibbidi-bobbidi-bu
Mettile insieme e che accade laggiù?
Bibbidi-bobbidi-bu”
(Bibbidi-bobbidi-bu, dal cartone Disney Cenerentola)
“Ron: «Wingardium Leviosà!»
Hermione: No, fermo, fermo, fermo. Così caverai l’occhio a qualcuno. Perdipiù sbagli pronuncia: è Leviòsa, non Leviosà».”
(Film Harry Potter e la pietra filosofale, Chris Columbus)
Ecco cosa mi viene in mente se penso alla bacchetta magica!
Ma sappiate che in questo articolo non ci limiteremo a parlare solo di bacchette magiche, perché se veramente vogliamo conoscere questo strumento misterioso, dobbiamo prima ritrovarne le origini e poi, scoprirne tutte le varie tipologie.
Perché, sapete, ci sono tante “bacchette” intrise di “poteri speciali” e non necessariamente possedute da streghe, maghi o fate…
Ma non voglio farvi troppe anticipazioni, quindi, incominciamo dall’inizio.
Che cos’è una bacchetta magica?
La bacchetta magica è una bacchetta di legno molto particolare, di cui una creatura dotata di poteri magici si serve per canalizzare la sua energia per fare magie e lanciare incantesimi.
E per realizzarla non è che si può scegliere un ramo a caso e, naturalmente, anche l’albero da cui è tratto viene scelto con estrema cura – il nocciolo pare sia molto quotato, anche se, come ci insegna Harry Potter, le bacchette ricavate dal legno di sambuco sono le più potenti – tra quelli che hanno compiuto un anno di vita, secondo la tradizione celtica, oppure tra quelli che hanno fruttificato per la prima volta, secondo un’usanza prettamente orientale.
Per quanto concerne la realizzazione vera e proprio della bacchetta – dalla scelta dell’albero giusto, all’“attivazione” dello strumento – non mi dilungo oltre, visto che su internet ci sono vari ed esaurientissimi siti e blog per l’aspirante “apprendista stregone”, che spiegano passo per passo tutto il procedimento.
Vi dico solo che, in uno di questi “grimori on-line”, il punto “fare delle offerte all’albero per ben disporlo nell’elargirvi uno dei suoi rami” era corredato dall’immagine di un albero ai cui piedi erano stati posti una borraccia di plastica contenente acqua e un pacchetto di crackers ancora sigillato…
Ma torniamo a parlare di cose serie come l’origine della bacchetta magica.
Origini della bacchetta magica
Questo manufatto può essere considerato uno dei più antichi strumenti magici al mondo. Di alcune bacchette ci si serviva per arti divinatorie come la rabdomanzia. Questa pratica, conosciuta e praticata sin dal III millennio a.C. in Cina e in Egitto e, successivamente, diffusasi anche in Europa, si serviva di un particolare bastone a forma di Y che veniva utilizzato per intercettare le “radiazioni” emesse da cose presenti nel sottosuolo come acqua, metalli, pietre preziose, olio, tombe o corpi umani e così farsi condurre, grazie alla guida del bastone – come fosse un cane da tartufo – fino a loro.
Come avrete capito, le bacchette magiche non sono necessariamente della forma più nota e canonica, ma soprattutto, assumono dimensioni molto diverse; anche perché, l’antenato della bacchetta è proprio il bastone, che già racchiude in sé tutta la simbologia che poi trasmetterà non solo alla bacchetta magica, ma anche ad altri suoi “figli” come lo scettro, la mazza cerimoniale e la bacchetta del direttore d’orchestra.
Ma andiamo con ordine.
Simbologia e poteri del bastone
Il bastone è simbolo di potere, autorità, capacità di guida e di comando, nonché strumento di difesa della propria persona e degli altri.
E sin dai tempi più remoti tra religione e mitologia, fino alla letteratura contemporanea, abbiamo esempi di bastoni “speciali”.
Primi tra tutti, i super bastoni di Mosè e… Aronne. E sì, perché non era solo la verga di Mosè a fare le “magie”. Ad esempio, la “prova generale” del bastone tramutato in serpente, si è fatta con il bastone di Mosè (Esodo 4, 1-4), ma poi, all’udienza con il faraone è stato Aronne a compiere il prodigio con la sua verga (Esodo 7, 9-12). Invece per “lanciare” le varie piaghe d’Egitto c’è stata una distribuzione più o meno equa tra entrambi: l’acqua mutata in sangue (Esodo 7, 20), le rane (Esodo 8, 1) e le zanzare (Esodo 8, 12) con la verga di Aronne; invece, la grandine (Esodo 9, 23) e le cavallette (Esodo 10, 13) con la verga di Mosè.
Per concludere con i biblici bastoni di Mosè e Aronne, non possiamo non ricordare la fioritura del bastone di Aronne (Numeri 17, 23) e la divisione del Mar Rosso (Esodo 14, 16) e l’acqua scaturita dalla roccia (Numeri 20, 11) ad opera della verga di Mosè.
La capacità di realizzare quest’ultimo prodigio, era attribuita anche al khakkhara, il bastone del monaco buddista.
Bastoni magici li troviamo nelle mani di fate potenti come Malefica – ne La bella addormentata nel bosco della Disney – oppure degli stregoni ainur Gandalf e Saruman ne Il Signore degli Anelli. E mi sento di proporre tra questi… la lancia di Achille! Quest’arma straordinaria, infatti, aveva la leggendaria caratteristica di guarire con un secondo colpo dalle ferite che aveva inferto col primo. Per rimanere in ambito mitologico, non posso non ricordare il tridente di Poseidone – che è anche attributo della divinità indiana Shiva – e quello meno noto di Ade, la divinità degli inferi, che con l’avvento del Cristianesimo, lo passerà direttamente nelle mani dell’“addetto alla gestione delle anime dei dannati”, comunemente noto come diavolo.
Coloro che avevano un vero e proprio “assortimento” di bastoni-scettri, che erano al contempo simbolo di dominio secolare e insegne del potere divino con finalità magico-apotropaiche – infatti li vediamo in mano a sovrani, divinità e sacerdoti – erano gli Egizi.
I bastoni-scettri più famosi sono di certo lo Hekat e il Nekhekh – per intenderci, quelli che vediamo stretti tra le mani dei faraoni raffigurati sui sarcofagi – che assieme costituiscono le “insegne osiriane”: emblema faraonico per eccellenza, sia in vita che dopo la morte poiché il sovrano era l’incarnazione vivente del dio Osiride, re degli dei egizi.
I bastoni-scettri da menzionare sarebbero ancora tantissimi, ma mi limito a citarne solo uno, molto molto interessante: l’Ur-Hekaw, era un bastone con l’impugnatura di legno che terminava con una testa di serpente, in epoca arcaica era usato nei rituali magici – non trovate che sia alquanto somigliante al bastone magico di Jafar nel cartone di Aladdin della Disney? – di invocazione delle divinità e apparteneva generalmente a Iside, divinità suprema della magia, considerata una sorta di “strega ante litteram”.
Bastone-bacchetta simbolo di fertilità
È proprio questo il momento di evidenziare quanto sia rilevante che il bastone-bacchetta magico sia ricavato dal legno, un materiale ctonio, originato dalla madre terra, che conferisce a questo strumento, grazie all’elemento di cui è composto, proprietà fertilizzanti (vi prego non pensate al concime!).
Ad esempio, il sacerdote di Demetra – la dea greca della natura, dei raccolti e delle messi – nel rito destinato a infondere la fertilità nella terra, percuoteva il suolo con un bastone.
E ritornando un’ultima volta ai cari Egizi, a proposito del bastone-bacchetta considerato simbolo di fertilità, non posso non citare la leggenda più famosa della loro miologia: il mito di Iside e Osiride.
Osiride era il re degli dei, bravo bello e buono e tutti gli volevano bene, tranne suo fratello Seth che, come tutti i fratelli mitici che si rispettino – vedi Caino e Abele, Romolo e Remo ecc. – nutriva desideri omicidi nei suoi confronti. Un giorno architettò un perfido piano per liberarsene una volta per tutte: organizzò una mega festa a cui invitò tutti gli dei e mise in palio un splendido sarcofago per chi sarebbe riuscito ad entrarci perfettamente – praticamente la versione macabra della scarpetta di Cenerentola – ovviamente il primo designato a tentare la fortuna fu proprio Osiride che, appena si sdraiò al suo interno, vi venne rinchiuso e il sarcofago fu gettato nel Nilo. Ma Iside, la sua sposa, con l’aiuto della sorella Nefti, riuscì a riportare in vita Osiride grazie ai suoi poteri magici; allora Seth decise di compiere un’azione più “incisiva”, facendolo a pezzi, spargendo poi questi ultimi per tutta la terra, come chicchi di riso a un matrimonio.
Iside, allora, si mise alla ricerca dei pezzi dello sposo e riuscì a ricomporlo, affinché il corpo fosse completo mancava un solo pezzo, che sfortunatamente era andato perduto… avete già immaginato quale fosse il “pezzo mancante”? Sì, avete indovinato.
Ma la nostra Iside non si diede per vinta e, con scelta puramente casuale, sostituì il membro perduto con un…bastone; dopodiché utilizzò nuovamente i suoi poteri magici per resuscitare lo sposo e tutto, ma proprio tutto tornò vita. Fu da questa unione che la coppia divina generò Horus.
Dopo una simile vicenda credo sia indubbio quanto il bastone sia considerato un simbolo di fertilità.
Anche le baccanti, sacerdotesse di Dioniso – dio del vino, dunque legato alla potenza generatrice della terra – tenevano tra le mani un bastone, che stava a simboleggiare la fertilità: il tirso, terminante con una pigna, a volte adornata di edera o germogli di vite.
Bastone-bacchetta simbolo dei “messaggeri”
Abbiamo detto che il bastone-bacchetta è prima di tutto simbolo di autorità, poiché attributo del capo, del sovrano, della guida; in poche parole, di colui che detiene il potere. Proprio per questo motivo, diventa attributo anche di araldi, messaggeri e ambasciatori, in quanto – per la proprietà transitiva – diviene simbolo di autorità concessa. Quindi non è strano vedere un bastone – il caduceo – nelle mani di Hermes, il dio messaggero, portavoce degli dei e pacificatore di liti e diverbi; come stanno a significare i due serpenti che si baciano avvolti attorno alla sua verga. Questo speciale bastone venne donato alla divinità da Apollo in persona, come sappiamo dall’Inno omerico – uno dei trentaquattro scritti da un anonimo nello stesso dialetto in cui sono state scritte l’Iliade e l’Odissea, risalenti al VII-VI secolo a.C. – dedicato proprio ad Hermes:
“E te mediatore farò tra i Celesti e i mortali,
fido al mio cuore, e colmo d’onori; e una verga anche avrai,
bellissima, che vita beata e ricchezze procacci,
indistruttibile, d’oro, a tre foglie; e sarà tuo presidio.
Essa su tutte le vie dei discorsi e dell’opere buone
ti condurrà, quante io ne so dalla voce di Giove.”
E con l’avvento del Cristianesimo, quasi senza soluzione di continuità, il bastone del messaggero, lo si può ritrovare, in alcune iconografie, nelle mani degli angeli.
Ultime riflessioni sulla bacchetta magica
Una delle prime vere e proprie bacchette magiche – anche se di dimensioni maggiori di quelle a cui ormai siamo abituati noi – la troviamo nell’Odissea; infatti, è proprio di questo strumento che la maga Circe si serve per tramutare i compagni di Ulisse in porci:
“Ella li condusse dentro, li fece sedere su sedie e seggi,
e per essi formaggio e farina e giallognolo miele
mescolò con vino di Pramno; e nell’impasto aggiunse
veleni funesti perché del tutto scordassero la patria terra.
Ma quando a loro lo diede ed essi bevvero, allora subito
li percosse con la sua verga e li rinchiuse nel porcile.”
(Odissea, X, 233-238)
Da allora la bacchetta magica si è evoluta diventando sempre più piccola, pratica e maneggevole; passando da Circe ai druidi, alle streghe e alle fate turchine, madrine e smemorine, per poi giungere nelle mani dei maghi della Rowling e di qualche prestigiatore, che con pochi magici tocchi sul suo cilindro, ne farà uscire fuori un coniglio bianco.
Ma poi c’è anche la storia di altre bacchette, meno magiche, ma altrettanto potenti. Sono quelle nelle sembianze di scettri e mazze cerimoniali nelle mani di monarchi, imperatori e potenti di tutto il mondo; oppure è il vincastro del Papa e dei vescovi, o persino la bacchetta del direttore d’orchestra, che con gesto fluido e leggiadro, crea e governa la magia di una melodia.
Conclusione
Anche stavolta siamo giunti al termine di questo viaggio al confine tra storia e magia, e voglio salutarvi raccontandovi un piccolo aneddoto.
Mentre cercavo informazioni per scrivere questo articolo, quando ho letto che bacchetta magica in francese si diceva baguette magique e ho realizzato che quindi baguette significa bacchetta, ho incominciato ad immaginare qualsiasi personaggio dell’immaginario fantastico che faceva magie e lanciava incantesimi agitando in mano un filoncino di pane!
Lo so, lo so, sono senza speranze…