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Ultima estate: recensione di “Gasoline Rainbow”, in streaming su MUBI dal 31 maggio

"Gasoline Rainbow" diretto da Bill Ross IV e Turner Ross, è un'avventura di un gruppo di amici, è una

Ultima estate: recensione di “Gasoline Rainbow”, in streaming su MUBI dal 31 maggio

Sulla soglia dell’età adulta, cinque ragazzi dell’Oregon si lanciano in un viaggio che è più di una semplice avventura estiva: è un addio all’infanzia. “Gasoline Rainbow“, diretto da Bill Ross IV e Turner Ross, ci introduce in questo percorso emotivo, seguendo il viaggio di rituale dei protagonisti dalla loro piccola città fino alle vaste distese del Pacifico.

Un percorso nel cinema indipendente

Prima di “Gasoline Rainbow“, i fratelli Ross si sono distinti nel panorama del cinema indipendente con opere come “Bloody Nose, Empty Pockets” e “Contemporary Color“. In “Bloody Nose, Empty Pockets“, hanno esplorato la vita di un bar di Las Vegas durante il suo ultimo giorno di apertura, catturando un ritratto intimo di una comunità in dissoluzione. Questo film, presentato al Sundance, ha ricevuto elogi per la sua autenticità e il suo approccio unico alla narrazione documentaristica. Con “Contemporary Color“, hanno invece documentato un evento di color guard organizzato da David Byrne, sottolineando la loro abilità nel trasformare soggetti apparentemente quotidiani in opere visivamente straordinarie e emotivamente ricche. Questi progetti riflettono la loro capacità di scoprire bellezza e significato in scenari spesso trascurati, enfatizzando la profondità umanistica e lirica nei loro soggetti. Caratteristica che si ritrova in “Gasoline Rainbow“.

Il viaggio inizia con un vecchio furgone e un faro rotto, simboli della loro gioventù imperfetta ma autentica. Mentre percorrono 500 miglia di strade che si snodano attraverso deserti selvaggi e sobborghi industriali, i cinque ragazzi si imbattono in persone che vivono ai margini della società. Questi incontri casuali, spesso carichi di saggezza non convenzionale, li portano a riflettere sui loro percorsi e sulle scelte che stanno per fare, delineando un futuro ancora incerto.

Attraverso la lente dei Ross, “Gasoline Rainbow” diventa un mosaico di immagini che catturano l’essenza ruvida e incontaminata dell’America rurale e urbana. La tecnica visiva del film è intima e personale, con una fotografia che privilegia i momenti spontanei e le espressioni autentiche dei giovani protagonisti. Questa scelta stilistica non solo enfatizza la natura documentaristica del film ma arricchisce anche il racconto di un senso palpabile di realismo.

La camera dei Ross si muove con fluidità tra i personaggi, seguendoli in maniera quasi voyeuristica durante il loro viaggio. Questo metodo non solo crea un senso di intimità con i protagonisti, ma permette anche agli spettatori di immergersi completamente nell’ambiente. Le inquadrature sono spesso lunghe e meditative, con movimenti di camera che accompagnano naturalmente l’azione senza anticiparla o forzarla, permettendo così che i momenti si dispieghino con autenticità.

Gli attori, che poi attori non sono, sono loro stessi e utilizzano i loro veri nomi: Micah Bunch, Nathaly Garcia, Nichole Dukes, Tony Aburto, Makai Garcia, naturali, scapigliati, sinceri, così pieni di struggente bellezza e affamati di vita. Tra dialoghi smozzicati, rivelazioni, canzoni cantate a squarciagola, difficoltà, mostreranno le loro paure, i loro sogni, le loro speranze. Una Gen Z che combatte a modo suo contro un mondo che gli va stretto, e lo combatte a modo suo, ma soprattutto lo combatte insieme.

Stile e impatto emotivo

Il trattamento del colore in “Gasoline Rainbow” gioca un ruolo cruciale nell’evocare l’atmosfera del film. I Ross tendono a utilizzare una palette che riflette il paesaggio emotivo dei loro personaggi: tonalità desaturate e terrose dominano nelle scene di deserto, mentre i blu freddi e i grigi prevalgono nelle zone urbane e industriali. Questa scelta cromatica non solo enfatizza lo stato d’animo dei protagonisti ma amplifica anche il senso di solitudine e alienazione che provano.

Un’altra caratteristica distintiva del loro stile è l’uso prevalente della luce naturale. Questo approccio non solo aggiunge un ulteriore strato di realismo alle scene ma enfatizza anche la bellezza intrinseca dei paesaggi attraversati dai protagonisti. L’illuminazione naturale contribuisce a creare un’atmosfera più immersiva e onesta, che rispecchia la spontaneità e la crudeltà del loro viaggio.

Attraverso queste scelte stilistiche, i Ross riescono a trasmettere potenti stati emotivi, sfruttando il linguaggio visivo per raccontare la storia tanto quanto le parole. Le loro tecniche non solo servono a delineare il contesto geografico e sociale del viaggio ma sono essenziali per comunicare la trasformazione interiore dei personaggi. La capacità di fondere bellezza visiva e narrativa emotiva rende “Gasoline Rainbow” un’opera che cattura l’essenza della scoperta di sé e dell’avventura.

Viaggio e libertà

La tematica della libertà è un filo conduttore forte, manifestandosi sia nella narrazione fisica del viaggio sia nelle scelte personali dei protagonisti. Il film esplora cosa significa essere giovani in un mondo vasto e spesso indifferente, e come le amicizie possono formare un punto di ancoraggio vitale. Una tematica universale e abusata nel cinema americano, che riesce, nel film dei Ross, ad essere genuina e sincera, brutalmente vitale e poetica.

“Gasoline Rainbow” sarà in streaming in esclusiva su MUBI dal 31 maggio

About Author

Giovanni Lembo

Giornalista, sceneggiatore, speaker, podcaster, raccontastorie, papà imperfetto. Direttore di Sitopreferito.it e fondatore del Preferito Network. Conduce Preferito Cinema Show su Radio Kaos Italy tutti i martedì alle ore 15, e il podcast L'Edicola del Boomer sulle principali piattaforme. Gli piacciono i social, i fumetti, le belle storie, scrivere di notte con la musica nelle orecchie, vedere un sacco di film e sognare ad occhi aperti.

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