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Mariella Nava: una riflessione sull’ultimo Sanremo. “Imparate ragazzi, imparate!”

Segui Email Calma… Calma… Calma! Ma che cos’è tutto questo rumore? Rimettiamo a posto un po’ le cose. Esiste

Mariella Nava: una riflessione sull’ultimo Sanremo. “Imparate ragazzi, imparate!”

Calma… Calma… Calma! Ma che cos’è tutto questo rumore? Rimettiamo a posto un po’ le cose.

Esiste un regolamento da tempo. Prevede che per il verdetto finale del podio di Sanremo si aggiunga il giudizio della sala stampa più quella della giuria d’onore, o come si diceva prima “ di qualità”, al verdetto popolare del televoto.

Andiamo prima sullo specifico di questa scelta e, cioè, che da anni tal somma – a torto o a ragione – sforna i primi tre nomi perché va a mediare una maggiore notorietà di questo o di quel personaggio, in un determinato momento di esposizione, con un giudizio più tecnico sull’esibizione e sulla canzone di tutti i personaggi presenti in gara.

È già successo di tutto in passato e ricordo di essere stata anche protagonista di qualche storia simile. Ricordo per esempio nel 2000 che io, in coppia ad Amedeo Minghi con il brano “Futuro come te”, con artisti popolari come Marco Masini, Mietta ed altri amati ancora, fummo catapultati interamente nella parte bassa della classifica per privilegiare Samuele Bersani che aveva un brano nobilissimo, ma complesso, o per far vincere il bel brano degli Avion Travel perché, si disse allora, il pubblico ci arriva un po’ più tardi a comprendere certe preziosità.

Accadde l’anno prima a me da sola con “Così è la vita”, nel 1999. La giuria di qualità formata da Morricone, Brizzi, Verdone, De Angelis, Pivano e tanti altri grandi nomi, cambiò le prime tre posizioni ribaltandole esattamente come adesso, ritenendo Anna Oxa un progetto maggiormente discografico per quell’anno rispetto al mio. Insomma, mettendo insieme ragionamenti o valutazioni “più interni” che il pubblico non può sapere o pensare.

Di certo è strano, forse si cambierà il regolamento presto, ma volevo fare notare che è sempre avvenuto e non per questo si sollevano polveroni politici o non si accetta, da parte del pubblico, il verdetto.

Ricordo che ero felice del mio terzo posto e che, se pure qualcuno mi disse che avrei dovuto vincere io secondo la votazione popolare, non mi feci rovinare quella felicità. Loredana ha vinto tutto e quindi nemmeno sto lì a dire che a volte non avere neanche un premio vale più che riceverne cento, come successe a Vasco Rossi da quella Vita spericolata in poi.

Vorrei dire a Ultimo di essere contento! È arrivato secondo ed è una bellissima posizione. E a voi che avreste voluto Ultimo al primo posto: sostenetelo adesso nelle scelte di acquisto dei dischi e nei concerti, se pensate che avrebbe meritato di più. Ma lasciate la politica fuori da questi discorsi. Non facciamoci strumentalizzare anche nelle nostre personali passioni. Sarebbe come cadere in una trappola. Non vi scatenate contro un ragazzo che può voler essere felice di una sua personale vittoria. Alessandro è un ragazzo che canta e ama la musica, come tutti noi. Non amareggiamogli il bel momento, perché non ha nessuna colpa. Ha solo, forse, una canzone che rispetto alle altre ha avuto un gioco di mani ritmiche d’orchestra che ha preso in mezzo a tanto “parlato”, ha avuto una sonorità più interessante, con scale arabe di canto che si sono distinte in mezzo alla poco dichiarata melodia del festival intero. In sostanza, ha avuto maggior consenso di critica, che può avvertirlo prima e che con quel terzo posto popolare (da televoto), sommato, ha generato la classifica finale.

Io, a Ultimo e a tutti i suoi fan, voglio regalare un sorriso con questo episodio significativo: anche Renato Zero si classificò secondo nel ’91 con “Spalle al muro”, dietro Riccardo Cocciante con “Se stiamo insieme” e, con la sua impareggiabile ironia e la sua solita grandezza, alla domanda in sala stampa di “… cosa si prova ad arrivare secondo ed essere in realtà Primo?” di qualche giornalista, lui rispose: “A Ni’, ma io SONO secondo, mi chiamo Zero e sono fieramente secondo come il Vangelo: “Secondo Luca, Secondo Matteo, ecc…””.

Imparate ragazzi, imparate.

About Author

Arianna Ciabatti

Promotrice di eventi culturali, ritrattista, scrittrice, presentatrice a tempo perso. Ama l’arte e la buona lettura, divora libri, film e serie di ogni genere. Un po’ misantropa, vive con due gatti e si dedica con passione da missionaria al sociale. Fonda "Hinterland – il free press del Nord Est" con la sua famiglia e ne è la direttrice editoriale.

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