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Un cult dimenticato: riscopriamo “Jack Frusciante è uscito dal gruppo” del 1996

Enrico Brizzi darà un seguito a "Jack Frusciante è Uscito dal Gruppo". Riscopriamo il film del 1996, un cult

Un cult dimenticato: riscopriamo “Jack Frusciante è uscito dal gruppo” del 1996

Qualche giorno fa, mettendo in ordine i miei libri, ho ripescato la mia copia sbiadita de “Jack Frusciante è Uscito dal Gruppo” di Enrico Brizzi. All’epoca mi piacque non poco, tanto da leggerlo svariate volte. Risfogliare quelle pagine ingiallite mi ha portato alla mente la storia del “vecchio Alex” e della “soave Adelaide”, frullandola con i ricordi del me adolescente: la musica, gli amici, le ragazze…

Dopo pochi giorni da quel ritrovamento, a trent’anni esatti dalla pubblicazione di quel libro, Brizzi ha deciso di scriverne il seguito, “riaprendo l’archivio magnetico del vecchio Alex e rivelando che cosa è accaduto dopo la separazione dei due protagonisti: Alex e Aidi…”.

Allora mi è venuto in mente di ripescare anche il film, uscito nel 1996 e diretto da Enza Negroni che, incredibile, non è presente su nessuna piattaforma di streaming. OK, non mi perdo d’animo e cerco di rimediare il dvd. Non esiste, per lo meno esiste un vecchio dvd ormai venduto a prezzi esorbitanti. Mai stato ristampato. Un cult generazionale ormai semidimenticato.

Ne esiste una copia caricata su YouTube, qualità video pessima, ma l’unica disponibile. Mi armo di santa pazienza e visiono il film.

 

È incredibile che, in un’epoca in cui quasi ogni pellicola di nicchia ha trovato la sua strada verso una seconda vita in dvd o Blu-ray, “Jack Frusciante è uscito dal gruppo” rimanga un’eccezione. Un film che ha calamitato l’attenzione di un’intera generazione alla sua uscita, e io me lo ricordo bene, diventando un vero e proprio manifesto per i giovani degli anni ’90. Eppure, oggi sembra dimenticato dal pubblico e dalle major, relegato ai ricordi di chi lo vide in VHS (alzo la mano) o, per i più fortunati, al cinema.

Il romanzo di Brizzi, pubblicato quando l’autore aveva appena 20 anni, ha catturato il disagio e l’energia della gioventù dell’epoca con una freschezza e un’autenticità in cui molti si sono rispecchiati. La storia di Alex e del suo rapporto con Aidi, sullo sfondo di una Bologna piena di musica, amicizia e ricerche di identità, è una storia in fondo universale. Tutti hanno avuto un’amicizia “speciale”, un gruppo di amici cazzoni con cui fare cazzate, corse in motorino, scazzi con gli adulti e musica punk (o dark o metal) a fare da colonna sonora.

La trasposizione sul grande schermo aveva il non facile compito di trasferire quell’autenticità e quella freschezza in un medium completamente diverso. Con Stefano Accorsi e Violante Placido nei panni dei giovani protagonisti, il film ha cercato di catturare lo spirito ribelle e insieme dolceamaro e nostalgico del libro, seppur con alcune inevitabili semplificazioni narrative.

Gli attori, allora agli albori delle loro carriere, hanno offerto interpretazioni che hanno reso giustizia ai personaggi così vividi di Brizzi. Accorsi, in particolare, ha saputo dare un volto e un’anima ad Alex, incarnando con naturalezza il tumulto interiore di un adolescente alla ricerca di sé stesso e del suo posto nel mondo.

Violante Placido ci mette un musetto adorabile e una recitazione sospirata. Impossibile non amarla.

Rivisto oggi il film appare terribilmente invecchiato.

La pellicola soffre di un certo didascalismo e di una narrazione che non sempre riesce a mantenere il ritmo incalzante e la profondità emotiva del romanzo. Alcune scelte registiche e di sceneggiatura appaiono datate agli occhi odierni, e la trasposizione di alcune scene chiave non ha la stessa potenza evocativa del testo scritto. I dialoghi sono spesso troppo letterari e poco naturali, i comprimari appena abbozzati, la regia frammentata e poco coesa.

Nonostante questi difetti, “Jack Frusciante è uscito dal gruppo” rimane un film importante, un ritratto fedele e appassionato di una generazione e, alla fine, confesso di averlo rivisto con piacere.

La sua assenza dal mercato dei supporti fisici moderni e dalle piattaforme di streaming è un vuoto incomprensibile, un’occasione persa di mantenere viva la memoria di un’opera sicuramente non perfetta ma che alla sua uscita ha saputo parlare al cuore di tanti.

In un’epoca in cui qualsiasi tipo di film ha avuto la sua riscoperta, penso che il film, pur con i suoi limiti, meriti una riscoperta. È un pezzo di storia culturale degli anni ’90, un’epoca in cui il cinema italiano cercava nuove vie per raccontare storie di formazione e di ribellione.

E poi c’è un sacco di buona musica italiana indipendente e un cameo degli Skiantos.

About Author

Giovanni Lembo

Giornalista, sceneggiatore, speaker, podcaster, raccontastorie, papà imperfetto. Direttore di Sitopreferito.it e fondatore del Preferito Network. Conduce Preferito Cinema Show su Radio Kaos Italy tutti i martedì alle ore 15, e il podcast L'Edicola del Boomer sulle principali piattaforme. Gli piacciono i social, i fumetti, le belle storie, scrivere di notte con la musica nelle orecchie, vedere un sacco di film e sognare ad occhi aperti.

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