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Recensione di “Lala”, opera di Ludovica Fales su una generazione invisibile e dai diritti negati

Recensione di “Lala”, opera di Ludovica Fales su una generazione invisibile e dai diritti negati che si confronta sul

Recensione di “Lala”, opera di Ludovica Fales su una generazione invisibile e dai diritti negati

Lala” opera di Ludovica Fales è un’opera prima molto interessante, di quelle opere che ti scuotono e ti costringono ad aprire gli occhi, a porti delle domande, che ha la capacità di toccare corde emotive profonde e di sollevare domande cruciali sulla società contemporanea, e lo fa in una duplice modalità, per quello che racconta e per come lo racconta.

Lala, Samanta e Zaga hanno la stessa età, condividono gli stessi desideri e sogni. Sono tre giovani italiane, che l’Italia non riconosce perché i loro genitori sono nati altrove.
Le loro storie prendono forma, e si intrecciano in un racconto collettivo di una e tante adolescenti senza documenti portandoci, tra i paradossi della legge, attraverso i piani d’indagine in cui il film si snoda: verità, realtà e verosimiglianza.

Documentario? Film? Un’opera che fa riflettere

Il film è la storia di questa giovane donna – Samanta è il nome dell’interprete non professionista che la incarna – a cui viene sottratto il figlio e dei suoi tentativi per riaverlo, scontrandosi con la burocrazia italiana, con ingranaggi crudeli e ottusi, a volte senza senso, spostandosi da una parte all’altra alla ricerca di risposte e soldi.

Ma c’è anche la storia di Zaga, la ragazza vera che ha ispirato il film, e le storie di altri ragazzi che vivono la medesima condizione di “invisibili”.

Difficile definirlo documentario, anche se ne ha (in parte) le caratteristiche. Ludovica Fales riesce a trasmettere la frustrazione e la disperazione di Samanta attraverso uno stile di regia che oscilla tra la documentazione diretta e la riflessione sull’esperienza stessa.

La telecamere segue la ragazza, ma a tratti il film si ferma, l’inquadratura si apre, una voce off interroga la ragazza chiedendo se la scena appena messa in scena fosse abbastanza forte, come avesse sentito quel particolare momento, quell’emozione. Un momento emotivo molto intenso da cui emerge una vulnerabilità sincera.

Ancora, il film si sposta su un gruppo di ragazzi in cerchio che parlano, in una sorta di analisi di gruppo, in maniera schietta e autentica, esprimono le loro paure, le loro speranze e le loro delusioni. Parlano dei loro sogni, della loro cultura, così diversa, a volte banalmente ammirata per simboli puramente estetici (le persone che vorrebbero vivere in giro in un camper, o che vorrebbero avere un aspetto gipsy), a volte si piange, in queste confessioni spudoratamente sincere.

Queste storie, questi momenti di franchezza offrono uno sguardo autentico sulla vita di chi vive nell’ombra della società, affrontando le sfide della loro identità, cultura e diritti negati.

Una generazione invisibile e indefinita

Un “manifesto di una generazione invisibile e dai diritti negati che si confronta sul diritto di cittadinanza”, così viene presentato il film, ma c’è molto di più, c’è l’identità sospesa e indefinita, a livello stilistico c’è teatro e cinema, c’è documentario e ricostruzione. Quello che il film regala è uno sguardo completo su una realtà complessa e dolorosa.

Ci sono domande senza risposte, e un finale negato che ti lascia in sospeso.

La voce della regista che si chiede come potrebbe finire la storia diventa anche la nostra domanda, lasciando la sensazione a fine visione di un impatto che persiste dopo la visione.

Lala” arriva al cinema dal 25 gennaio.

Sabato 20 gennaio dalle ore 21.00 a CSOA Ex Snia serata evento per Lala. In programma il concerto degli Assalti Frontali autori del brano speciale, realizzato appositamente per il film, dal titolo“Il Mio Nome è Lala”. 

About Author

Giovanni Lembo

Giornalista, sceneggiatore, speaker, podcaster, raccontastorie, papà imperfetto. Direttore di Sitopreferito.it e fondatore del Preferito Network. Conduce Preferito Cinema Show su Radio Kaos Italy tutti i martedì alle ore 15, e il podcast L'Edicola del Boomer sulle principali piattaforme. Gli piacciono i social, i fumetti, le belle storie, scrivere di notte con la musica nelle orecchie, vedere un sacco di film e sognare ad occhi aperti.

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