TEATRO: Il Violinista sul Tetto
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Fino al 25 Aprile, con serate d’eccezione il 15 e il 16, i tetti di Roma potrebbero diventare protagonisti di un inusuale musical che e’ di scena al Teatro Olimpico. II Violinista sul tetto e’ uno dei musical americani piu’ visti in assoluto con ben 3242 repliche a Broadway, due versioni cinematografiche e cinque edizioni discografiche.
Dopo il suo debutto nel settembre del 1964 con il celebre attore Zero Motel, questo capolavoro del teatro musicale e’ stato tradotto e rappresentato in tutti i principali teatri del mondo, tra cui due celeberrime edizioni, una a Londra e una a Sidney con l’attore Topol. L’edizione americana di questa spettacolare produzione vedeva impiegati almeno 60 elementi tra attori, musicisti e ballerini. Una cast tale da scoraggiare ogni teatro italiano. Ma non e’ stato cosi’ per Moni Ovadia, il piu’ grande interprete italiano della cultura teatrale ebraica. Un musical bidimensionale dove affiorano elementi della tradizione Yiddish che tanto ricordano il film Train de vie di Radu Mihaileano; non e’ un caso, difatti, che la traduzione dei dialoghi in italiano sono stati affidati proprio a lui, a Moni Ovadia. Questo, in fondo, e’ uno dei pochi musical che si apprezza anche senza capire una parola durante le canzoni. Si balla e si canta, e la mimica trasmette ogni significato dei discorsi. Durante le rappresentazioni saranno riproposte le danze originali impegnando ballerini acrobatici provenienti dall’Est europeo in un cast artistico di 25 elementi. Comunque tutto e’ spiegato dai dialoghi e soprattutto dai monologhi tradotti con coraggio da Marishe Romano Curaro accompagnato dalla musica dal suono esotico, ineffabile, dello yiddish. Questi elementi sono l’anima di uno spettacolo che parla della vita ed usa la metafora del tetto per raccontare dell’esistenza umana. Difatti, cio’ che conta per sopravvivere e riuscire a mantenersi in equilibrio meglio cercare di non cadere. Questo e’ il messaggio di Moni Ovadia, in fondo per fare il violinista non serve saper suonare il violino ma semplicemente amare il suono della vita.
Cinzia Salluzzo