MONTEROTONDO: manifestazione in via XX Settembre a Roma
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Diverse centinaia i monterotondesi che stamani hanno partecipato alla manifestazione in via XX Settembre contro i tagli alla Sanità regionale. Sotto la sede del Ministero delle Finanze s’erano dati appuntamento le rappresentanze delle comunità locali che il piano di riordino voluto dalla presidente Polverini priverà dei presidi sanitari di riferimento, gli operatori dei nosocomi interessati e molti rappresentanti delle istituzioni, comunali, provinciali e regionali. Una manifestazione giunta all’indomani del primo confronto tra Regione e tecnici ministeriali sul piano di riordino. Tra i primi a prendere la parola, dal palco sotto le finestre del Ministero, proprio il sindaco di Monterotondo Mauro Alessandri: «Il nostro ospedale serve un bacino d’utenza enorme – ha ricordato ” chiuderlo significa mettere in ginocchio un intero territorio, quel territorio le cui ragioni non sono state ascoltate e valutate nella giusta misura». «Il mandato che i sindaci, me per primo, hanno ricevuto dalle rispettive comunità è ben riposto – ha proseguito – stiamo lottando e continueremo a lottare, consapevoli di avere dalla nostra i numeri e le ragioni. Sono certo che esistano i margini affinché almeno da alcune decisioni la Regione possa tornare indietro». Molta fiducia il sindaco Alessandri lo ripone nell’incontro che la presidente Polverini ha voluto concedergli per domani pomeriggio, un vis à vis ripetutamente richiesto in via ufficiale a cui il governatore del Lazio ha acconsentito solo dopo l’imponente manifestazione cittadina di sabato scorso. Senza soffermarsi più di tanto sul fatto che l’incontro rischia d’essere tardivo, il sindaco si dice concentrato «sulla possibilità di dimostrare, finalmente, che i dati su cui si basa il declassamento del SS Gonfalone sono errati. Il presidente della regione non potrà non prendere atto dell’oggettività delle nostre argomentazioni. La nostra non è una contrapposizione di campanile o di fazione politica ma la ferma rivendicazione di un diritto e la preoccupata esternazione di un possibile disastro, per i monterotondesi e per quelle centinaia di migliaia di residenti nel quadrante a nord-est di Roma che resterebbero privi del naturale punto di riferimento sanitario». L’obiettivo di scongiurare il declassamento, cioè l’azzeramento dei posti letto e quindi la sostanziale chiusura del SS Gonfalone, «non è impraticabile, tutt’altro ” conclude Alessandri “ possiamo farcela e fino all’ultimo istante utile mi batterò per riuscirci. Voglio continuare a pensare che l’intera città, anzi l’intero territorio, sia con me senza distinzioni di sorta ».