GUIDONIA: Discarica a Corcolle-San Vittorino: Legambiente scrive una lettera aperta
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“Confermare l’esistenza di vincoli archeologici, monumentali e paesaggistici che insistono sull’area di Corcolle-San Vittorino, ma anche di vincoli idrogeologici legati alla falda sotterranea dell’Acqua Marcia e quindi scongiurare il rilascio di pareri favorevoli in merito a nuove discariche per impedire un grave scempio culturale e ambientale e la compromissione definitiva di un’area paesaggisticamente ed archeologicamente molto pregiata”. Sono queste le richieste che Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio, e Gianni Innocenti, presidente del circolo Legambiente di Tivoli, hanno rivolto oggi con una lettera aperta inviata al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, alla Soprintendenza Regionale del Lazio, alla Sopraintendenza per i beni architettonici e paesaggistici del Comune di Roma, alla Sopraintendenza Speciale per i beni archeologici di Roma e alla Sovraintendenza ai Beni culturali di Roma Capitale.
Nella nota si fa riferimento “agli oltre 160 ettari di campagna romana in località Corcolle – S. Vittorino, nel Comune di Roma, che sono stati individuati dal Prefetto Pecoraro, in qualità di Commissario per l’Emergenza rifiuti, insieme ad altre aree, come luogo ideale per collocare una discarica in sostituzione di quella di Malagrotta, prossima alla chiusura.”
Punto centrale delle richieste è la constatazione che “l’area individuata costituisce una bellissima porzione di Agro Romano Antico che ha conservato intatta la bellezza del paesaggio, ricco di resti archeologici e monumenti post antichi. Il sito individuato per conferire inizialmente circa 2.800.000 metri cubi di rifiuti si trova a circa 700 metri dal limite della fascia di rispetto di Villa Adriana (monumento incluso tra i beni patrimonio dell’umanità Unesco), nel cuore del territorio dove si trovano i resti monumentali dei grandi acquedotti e ponti romani (Ponte Lupo 147 a.C.), nelle immediate vicinanze del Borgo Medioevale di San Vittorino e del Castello di Corcolle, ad un passo da una estesa necropoli di rilevante importanza portata alla luce dagli scavi condotti in loco tra il 1994 e il 2011 dai Professori Fausto Zevi e Zaccaria Mari.”
Inoltre, si legge “le campagne di scavo ivi condotte, hanno portato alla luce reperti pregiatissimi, per la maggior parte ancora mai esposti e volutamente tenuti nascosti a scopo di evitarne il saccheggio. La scelta di realizzare una discarica in questi luoghi va inoltre contro una delibera della Giunta Regionale (n°543 del 18/07/2008) che individuava proprio questo territorio in base alla Legge Regionale n°40 del 22/12/1999 come “area di programmazione integrata per la valorizzazione ambientale, culturale e turistica del territorio.”
La lettera si conclude evidenziando che “in virtù di tale pregio ambientale ed archeologico, il legislatore ha voluto sottoporre il territorio a vincoli archeologici, monumentali e paesaggistici, proprio al fine di preservarlo e garantirlo da qualsivoglia manomissione, ma anche a vincoli idrogeologici legati alla presenza della falda sotterranea dell’Acqua Marcia, di un lago e di un affluente diretto dell’Aniene.
L’importanza di tale grado di tutela, che negli anni ha permesso la nascita di importanti iniziative di tutela del territorio e di green economy, tra cui la produzione biologica di miele, olio, vino, ed altri prodotti che ora, se la discarica sarà resa operativa, saranno completamente vanificate e annullate.”