MONTEROTONDO: Homo homini lupus – Un giorno di quotidiana inciviltà
Segui Email Riceviamo e pubblichiamo L’uomo è un lupo per l’uomo. L’antichissima e amara concezione della condizione umana mette
Riceviamo e pubblichiamo L’uomo è un lupo per l’uomo. L’antichissima e amara concezione della condizione umana mette a segno un nuovo colpo che la fa perdurare nel tempo. Andiamo ai fatti. Mia moglie, ma questo è puramente casuale
poteva essere chiunque, il 21 luglio, poco dopo le ore 10.00 si è reca alla posta di Monteorotondo. Ahimè c’è il condominio da pagare! La giornata non è assolutamente delle più fresche, anzi, ma le scadenze vanno sì rispettare! Chissà, molti potrebbero essere partiti per le vacanze e potrebbe trovare poca fila. Via Mameli, come detto siamo poco dopo le ore 10.00.
Mia moglie entra, prende il “numeretto”, sacrosanto e fatidico, ma talvolta puramente fantozziano. Trova un posto per sedersi ed attende il suo turno. Ecco, ora tocca a lei. Si alza…va verso lo sportello
ma quasi con una entrata a gamba tesa un signore con il proprio figlio subentra al suo posto. L’operatrice inizia a servire il “signore”. Nessuno le dice nulla. Allibita, cerca di capire cosa succede. “Perché costui sta allo sportello quando è il mionumero?”.
C’è un piccolo particolare: mia moglie è incinta. EVIDENTEMENTE INCINTA AL SETTIMO MESE! LO DICE ANCHE A CHIARE PAROLE DI ESSERE INCINTA. Ma la situazione non muta. Ci si può augurare che il “signore” con il figlio non debba fare una lunga operazione ma non è così. Mestamente, ma con molta amarezza, mia moglie torna verso i sedili. La beffa! Il suo posto è stato giustamente occupato si ferma, volge lo sguardo a destra, prima, e a sinistra, poi. No. Nessuno ha la minima intenzione di cederle il posto. Tra il caldo, il nervoso, un misto di sconforto e un po’ di mal di schiena che inizia a farsi sentire sul tabellone luminoso scorre un altro numero. Non è più il suo ma con lo sguardo teso si presenta allo sportello (affianco a quello precedente). Spiega la situazione e, finalmente, questa seconda operatrice, con il commento “alla mala educazione non c’è limite” come tappeto sonoro, in due minuti, procede all’operazione. La prima operatrice, affianco, ascoltate le parole di mia moglie si giustifica: “ma il “signore” c’era prima era dovuto uscire un secondo e doveva recuperare il suo turno”. Complimenti aggiungo io!
Uscita dalla posta, mi chiama e mi racconta l’accaduto. E’ ancora molto amareggiata, e il mal di schiena si trasforma in sciatica. Cerco di tranquillizzarla. Va a casa a riposarsi. L’episodio, a onor del vero, mi infastidisce. Cerco il numero della Posta sul sito internet paginebianche.it e inizio a chiamare, sperando che sia il numero esatto. Dalle 10.20 alle 11.00 circa chiamo non meno di sei/sette volte. Lunghi squilli ma nessuno risponde.
Punto uno: nessuno ha chiesto di passare avanti perché incinta.
Punto due: si è chiesto solo di rispettare il proprio turno.
Punto tre: i miei più sinceri complimenti al “signore” con il figlio, alla prima operatrice, alle persone in attesa che, pur di non cedere il posto ad una donna incinta hanno “svagato” fischiettando. Un nuovo punto a favore di Hobbes: bellum omnium contra omnes (gli uomini ingaggiano una
guerra di tutti contro tutti).
Edoardo Grassia