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Candy, Mazinga, Sampei e gli altri eroi della nostra infanzia: intervista ai Superobots/Rocking Horse

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Candy, Mazinga, Sampei e gli altri eroi della nostra infanzia: intervista ai Superobots/Rocking Horse

Sentir parlare i Superobots è uno spettacolo vero, impossibile dire chi risponde alle domande (e quando qualcuno lo fa lo specifichiamo nell’intervista che segue) perchè si rimbeccano a vicenda, si rimpallano le risposte, uno inizia a rispondere e arriva subito un altro ad aggiornare, a puntualizzare, ad integrare, a ricordare.

Intanto c’è da dire che i Superobots non sono solamente una band storica venata di nostalgia ma una band in piena attività, in giro per concerti in cui ripercorrono le tappe della loro carriera (e della nostra infanzia). Una band viva e vitale, che dal vivo “spacca” e, nei pezzi più tirati, è capace di tirar fuori dal pubblico veri e propri cori da stadio.

D’altra parte, come si fa a non cantare a squarciagola quando hai davanti la band che suona Mazinga, Daltanius, Jeeg e tutte le sigle che hanno accompagnato i pomeriggi dei ragazzini di una volta?

Douglas Meakin, voce, Mick Brill al basso, Nando Di Stefano alla batteria, Muzio Marcellini alla tastiera, Dave Summer alla chitarra e Elsa Baldini ai cori: in due parole, un pezzo di storia di molti di noi.

Iniziamo l’intervista ricordando quando da bambini si cantavano le sigle ma non si capivano bene le parole, e allora si inventavano di sana pianta. Interviene Nando, che ha una sua spiegazioni del perchè non si capivano bene le parole “perchè la cantava un burino di Liverpool!”.

Parliamo allora di Liverpool.
“Sono nato lì, ma sono romano d’adozione”, spiega Douglas, e ci scappa un “aho!” che la dice lunga.

Torniamo seri (fosse facile): come nascono i Superobots?
“Io sono arrivato a Roma nel 66, con un complesso che si chiamava i Motowns, che nel 67 ha vinto il Cantagiro con “Prendi la chitarra e vai“. Subito dopo ho conosciuto Mick, venuto qui con un altro complesso e abbiamo cominciato a fare i session man alla RCA. Poi un giorno un produttore che si chiama Olimpio Petrossi ci disse che servivano sigle per i cartoni animati, e all’epoca arrivavano valanghe di cartoni animati, che andavano su Canale5. All’epoca la rete non era organizzata in ambito musicale e chiese alla RCA di fare queste sigle. I primi pezzi fatti erano Candy Candy e Mazinga“.

Come nascono invece i Rocking Horse?
Superobots sigle per i maschietti, Rocking Horse per le femminucce. Che poi in realtà non c’era molta differenza perchè c’erano magari più femminucce che ascoltavamo Mazinga o Jeeg che magari Lulù o Candy Candy“.

Chi era lo scrittore dei testi tra di voi? Eravate tutti insieme a scrivere o c’era qualcuno che si occupava della scrittura?
Nando: “Alla fine un po’ tutti, tra cui Lucio Macchiarella che nessuno nomina mai”.
Mick: “Le vecchie io e Mike Fraser“.

A cosa state lavorando adesso?
“Stiamo lavorando ad una serie di sigle dell’epoca che non furono mandate in onda; sono già uscite tre sigle in vinile e stanno andando in televisione che sono Isabelle de Paris, Jeanie dai lunghi capelli e Zum il delfino bianco. Adesso stiamo lavorando sulla quarta sigla, Bianco giallo e rosso, anche questa uscirà in vinile”.

Ci raccontate qualche aneddoto sulle canzoni da voi incise?
“A parte quella che sanno tutti e abbiamo già raccontato, cioè che Candy Candy era originariamente la sigla si Lassie (e cantatela nella vostra mente “Lessie, oh Lessie…); anche Dottor Slump & Arale originariamente era stata fatta per l’Isola del tesoro“.
Douglas: “In Candy c’è un pezzo della canzone che fa “A spasso col suo gatto se ne va”, perchè un gatto se è un procione? Perchè quando incidevamo c’era un grande monitor dove passavano le immagini dei cartoni animati, e vedendolo su schermo sembrava un gatto, non un procione! Comunque suona meglio gatto…”.

Cartone animato preferito?
Mick: “Io ho un debole per Sampei

Il pezzo che vi piace di più suonare?
Muzio: “Blu Noah“.
Mick: “A me piace suonare Fantomas, quando mi viene bene”.

Quanto è difficile suonare live questi pezzi?
Muzio: “Più di quello che sembra in realtà; non sono così immediati, scontati… c’è qualche pezzo su cui ancora ci sbattiamo, ancora sudo freddo quando facciamo Fantomas“.

Qual è invece il pezzo che suscita maggior entusiasmo?
“Al pubblico Daltanius“.

E’ vero che l’intro di Daltanius la faceva Franco Migliacci, Mister Volare?
“Si, ma anche quella di Mazinga la faceva lui”.

Ma voi li vedevate i cartoni animati?
Muzio: “Si, con mio fratello, lui vedeva Candy Candy. Il mio preferito era Jeeg“.

Siete consapevoli di quello che rappresentate e rappresentano le vostre canzoni per una generazione di ragazzini ormai divenuti uomini?
Nando: “No non siamo consapevoli di questo però ogni tanto ce ne rendiamo conto durante i concerti quando si presentano e ci raccontano la loro storia, o vengono vestiti da Sampei. Addirittura abbiamo fatto alcune serate in cui c’erano le drag queen vestite da Candy Candy. Ti rendi conto di non aver influenzato dei ragazzi, ma delle scie“.
Mick: “Era sicuramente un tempo diverso, era innovativo, facevamo canzoni”.

Canzoni cantante, suonate benissimo, non a caso siete musicisti “veri”.
Nando: “Lo conferma anche il fatto che da qualche anno a questa parte grazie ad una persona che non nomino che si è battuta per questa cosa le sigle sono state definite ufficialmente un genere, così come il pop, il rock, il soul, il jazz…”.

Era un lavoro di gruppo.
Nando: “Il creatore di tutto, Olimpio diceva sempre che se io dovessi presentare tutta la band dei Superobots sarebbero 200 persone comprese le donne che facevano le pulizie alla RCA che magari buttavano dentro la sala per fargli fare un coro!”.

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About Author

Giovanni Lembo

Giornalista, sceneggiatore, speaker, podcaster, raccontastorie, papà imperfetto. Direttore di Sitopreferito.it e fondatore del Preferito Network. Conduce Preferito Cinema Show su Radio Kaos Italy tutti i martedì alle ore 15, e il podcast L'Edicola del Boomer sulle principali piattaforme. Gli piacciono i social, i fumetti, le belle storie, scrivere di notte con la musica nelle orecchie, vedere un sacco di film e sognare ad occhi aperti.

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