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Recensione de “Il Mostro” nuova serie Netflix firmata Stefano Sollima: dal mostro all’Italia che cambia

Il Mostro, nuova serie Netflix diretta da Stefano Sollima, esplora gli omicidi del Mostro di Firenze per riflettere sull'Italia

Recensione de “Il Mostro” nuova serie Netflix firmata Stefano Sollima: dal mostro all’Italia che cambia

Presentata alla Mostra del Cinema di Venezia, Il Mostro parte da uno dei casi più inquietanti della nostra cronaca nera — gli omicidi del cosiddetto “Mostro di Firenze” — per esplorare un Paese che non è più lo stesso, ma che fatica a cambiare davvero. Sollima costruisce una narrazione in quattro episodi che non ha la pretesa di dare risposte definitive: il colpevole non è un unico volto, ma l’ombra di una società ancora mezza ferma, ancora incerta, ancora dominata da gerarchie e retaggi culturali.

Il ruolo della donna come specchio del mutamento

Tra gli elementi più riusciti della serie c’è il modo in cui esplora il ruolo della donna in quegli anni-chiave — anni in cui l’Italia usciva lentamente dal patriarcato più esplicito, ma senza aver maturato gli anticorpi necessari per gestire violenza e cambiamento. Personaggi femminili come la magistrata Silvia Della Monica– qui interpretata con forza e sfaccettatura — emergono non come figure secondarie, ma come poli di resistenza, testimoni di un ordine che vacilla. Le donne non sono solo vittime: sono battagliere, testimoni, simboli di un’Italia che tenta di ricostruirsi. E in questo senso la serie diventa quasi un racconto doppio — del mostro che agisce nella notte, e del Paese che non riconosce la ferita che porta dentro.

Stile Sollima: realismo, noir e tensione

La mano di Stefano Sollima è ben riconoscibile: dopo aver rivoluzionato la serialità italiana con Romanzo Criminale e Gomorra, qui non rinuncia alla durezza e alla precisione del thriller, ma amplia lo sguardo. Gli ambienti sono ricostruiti con maniacale fedeltà – gli oggetti, i vestiti, le carte d’archivio, le canzoni… – eppure la regia lascia spazio al silenzio, al vuoto, al non detto. Le scene di omicidio vengono trattate con sobrietà: niente spettacolo gratuito, niente voyeurismo, ma uno sguardo che attraversa la tragedia e ne restituisce l’eco. Questa scelta rende la serie inquietante non solo per ciò che mostra, ma per ciò che decide di non mostrare.

Italia in trasformazione

La vicenda raccontata è anche una lente sulla trasformazione sociale e culturale del Paese: dalla campagna toscana fino ai corridoi della giustizia, il racconto offre una riflessione sulla mascolinità tossica, sulla violenza di genere, sulla lentezza dello Stato e sulla velocità della paura. Ogni episodio cambia prospettiva: un sospettato, una pista, un’ipotesi. Questo “Rashomon seriale” mette in scena la realtà frammentata di una nazione che non ha ancora scelto da che parte stare.

Un bilancio consapevole

Il Mostro finisce per essere un pezzo di memoria collettiva che si interroga su cosa abbiamo fatto con le nostre ferite. Non dà conforto, ma restituisce inquietudine. È un’opera ambiziosa, spietata, nerissima, ben interpretata, che conferma Sollima come uno dei registi italiani contemporanei più completi nella contaminazione tra serie televisiva di alto profilo e cinema d’autore.

Consigliata.

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Giovanni Lembo

Giornalista, sceneggiatore, speaker, podcaster, raccontastorie, papà imperfetto. Direttore di Sitopreferito.it e fondatore del Preferito Network. Conduce Preferito Cinema Show su Radio Kaos Italy tutti i martedì alle ore 15, e il podcast L'Edicola del Boomer sulle principali piattaforme. Gli piacciono i social, i fumetti, le belle storie, scrivere di notte con la musica nelle orecchie, vedere un sacco di film e sognare ad occhi aperti.

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