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Recensione di “Diva Futura”: il pop-porno, la controstoria italiana e il “Groenlandiaverse”

Recensione di "Diva Futura”: il pop-porno, la controstoria italiana e il "Groenlandiaverse".

Recensione di “Diva Futura”: il pop-porno, la controstoria italiana e il “Groenlandiaverse”

Si può parlare di GroenlandiaVerse? Secondo me si.

Diva Futura” sembra voler portare avanti quella linea editoriale che Groenlandia (la casa di produzione di Matteo Rovere) sta ormai consolidando: prendere storie e personaggi borderline o poco esplorati della storia italiano e restituirli con uno stile pop-ibrido, a metà tra commedia e racconto d’autore, rielaborare figure e contesti forti della cultura pop italiana, senza rinunciare a un piglio divertito e a un sottofondo di riflessione sociale.

Così Diva Futura sembra figlio di film come “Mixed by Erry”, “L’Isola delle Rose” o, per andare sul televisivo, “Supersex” o “Hanno ucciso l’Uomo Ragno“). È interessante come Groenlandia abbia uno sguardo selettivo sul costume italiano, facendosi strada tra gangster “improbabili”, dj clandestini, regine dell’hard, improbabili divi del pop e altre figure outsider.

In “Diva Futura” ci ritroviamo di fronte a un altro tassello di questo affresco: adesso tocca a Schicchi e al suo universo di starlette e segretarie complici. Schicchi che sembra proprio un candido ingenuo (fin troppo) e sognatore proprio come i protagonisti antieroi dei film sopra citati. Quel che emerge è una precisa linea produttiva: raccontare l’Italia di qualche anno fa, scovandone le deviazioni (anche un po’ folkloristiche) e incastonandole in film capaci di raggiungere un pubblico mainstream.

Giulia Louise Steigerwalt da “Settembre” a “Diva Futura”

Avevo molto apprezzato l’esordio della regista Giulia Louise Steigerwalt, già sceneggiatrice di “Croce e delizia” e “Il campione”, che con “Settembre” aveva dato vita ad un’opera lieve, divertente, delicata e poetica. Steigerwalt mantiene anche in Diva Futura un taglio narrativo che mescola ironia, nostalgia e un’attenzione minuziosa ai personaggi.

Partendo dal memoir di Debora Attanasio – “Non dite alla mamma che faccio la segretaria”, ora riedito con il titolo “Diva futura” – la regista cerca di cogliere l’essenza pop di un’epoca, quando l’hardcore era al contempo sogno proibito e specchio di una società in trasformazione.

La regista aveva già dimostrato in “Settembre” di saper dare un’umanità ai personaggi che va oltre la patina. Qui, unendo la testimonianza di Debora Attanasio a un percorso di documentazione, punta a un equilibrio tra toni brillanti e riflessione su come quel mondo abbia inciso nel costume italiano.

Diva Futura: divertente ma poco incisivo

Peccato però che, nonostante il film si faccia guardare con simpatia e interesse, rievochi nomi ormai entrati nel mito e nella cultura italiana, sia ottimamente recitato (nel cast Pietro Castellitto, Barbara Ronchi, Denise Capezza, Lidija Kordic, Tesa Litvane), abbia insomma notevoli aspetti interessanti – ottima la ricostruzione storica, la rielaborazione di filmati d’epoca in cui sono inseriti gli attori come aveva fatto Zemeckis per Forrest Gump – non tutto funzioni.

E’ troppo superficiale dove avrebbe dovuto approfondire, ha uno sguardo fin troppo affettuoso sui personaggi, scivola spesso e volentieri verso il collage celebrativo più che dare una vera lettura critica.

Nei momenti migliori il film punta a un equilibrio tra toni brillanti e riflessione su come quel mondo abbia inciso nel costume italiano, tra ironia, leggerezza e dramma, ma la maggior parte delle volte sembra un bignamino, divertente si, ma poco incisivo, di quello che è stato un effettivo momento di cambiamento dei costumi italiani.

Merita comunque una visione, per chi non c’era e vuole scoprire un periodo storico irripetibile, e per chi c’era e potrà facilmente riconoscere persone e situazioni.

Foto: Lucia Iuorio

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Giovanni Lembo

Giornalista, sceneggiatore, speaker, podcaster, raccontastorie, papà imperfetto. Direttore di Sitopreferito.it e fondatore del Preferito Network. Conduce Preferito Cinema Show su Radio Kaos Italy tutti i martedì alle ore 15, e il podcast L'Edicola del Boomer sulle principali piattaforme. Gli piacciono i social, i fumetti, le belle storie, scrivere di notte con la musica nelle orecchie, vedere un sacco di film e sognare ad occhi aperti.

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