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Recensione di “Companion”: quando l’amore perfetto diventa un incubo tecnologico

Recensione di "Companion" esordio sul grande schermo per Drew Hancock: quando l'amore perfetto diventa un incubo tecnologico.

Recensione di “Companion”: quando l’amore perfetto diventa un incubo tecnologico

E se l’amore perfetto fosse solo un’illusione programmata?

In un’epoca in cui la tecnologia promette di soddisfare ogni nostro desiderio, Companion, esordio alla regia di Drew Hancock, ci mette di fronte a una domanda inquietante: cosa accade quando l’idea di una relazione ideale diventa una prigione?

L’illusione della perfezione

La storia segue Josh (Jack Quaid) e Iris (Sophie Thatcher), una coppia apparentemente comune che si concede un weekend in una casa sul lago insieme ad alcuni amici. Ma dietro questa facciata idilliaca si nasconde un segreto sconvolgente.

Ecco, non vi racconto di più, sarebbe un delitto rivelare anche solo il primo (di molti altri) colpo di scena. Vi basti sapere che siamo dalle parti di Ex-Machina + Westworld + Piccoli omicidi tra amici.

Attraverso una narrazione tesa e ricca di colpi di scena, Companion esplora la relazione tra uomo e macchina, domandandosi fino a che punto la tecnologia possa sostituire la complessità delle relazioni umane.

Oltre la superficie

Companion affronta con intelligenza temi complessi e attuali, intrecciando riflessioni profonde all’interno di una narrazione tesa e ricca di suspense.

Al centro della storia c’è il desiderio di controllo nelle relazioni umane, incarnato dal personaggio di Josh, un uomo che cerca di plasmare Iris secondo i propri bisogni, rifiutando l’imprevedibilità e le sfide di una relazione reale. Il film diventa così una critica alla tendenza di volere rapporti “su misura”, dove l’altro è ridotto a semplice riflesso di ciò che si desidera.

Ma Companion è anche una potente metafora dell’autodeterminazione femminile. Iris rappresenta la lotta per l’indipendenza e l’affermazione di sé in una società che spesso impone ruoli rigidi e aspettative irrealistiche.

La sua evoluzione da compagna perfetta a individuo cosciente e autonomo simboleggia un percorso di liberazione, evidenziando come il bisogno di controllo di Josh sia una rappresentazione sottile del maschilismo tossico, ancora profondamente radicato nella società contemporanea.

Il film offre anche una riflessione più ampia sulla tecnologia come specchio delle nostre insicurezze. La creazione di un’intelligenza artificiale progettata per soddisfare ogni esigenza emotiva rivela il nostro costante tentativo di semplificare la complessità dei sentimenti umani, spesso con conseguenze imprevedibili e disastrose.

Infine, la tensione crescente e l’esplosione di violenza che caratterizzano la seconda parte del film portano alla luce la realtà nascosta di molte relazioni: la violenza, sia essa fisica o psicologica, spesso covata sotto la superficie di apparente armonia.

Avvincente, divertente e per niente banale

Drew Hancock dirige il tutto con mano sicura, giocando abilmente con le atmosfere cupe e claustrofobiche della casa sul lago. Il film è divertente, dal ritmo scatenato, ricco di colpi di scena, e offre riflessioni niente affatto banali, non si limita a raccontare una storia intrigante, ma invita a riflettere sul nostro rapporto con la tecnologia, le relazioni e le illusioni che alimentano la nostra idea di amore e felicità.

Offre una narrazione avvincente, sorprese a ogni svolta e una critica sociale sottile ma incisiva, capace di lasciare il segno. E soprattutto, ci invita a riflettere su una domanda fondamentale: quanto siamo davvero disposti a perdere per inseguire l’illusione della perfezione?

About Author

Giovanni Lembo

Giornalista, sceneggiatore, speaker, podcaster, raccontastorie, papà imperfetto. Direttore di Sitopreferito.it e fondatore del Preferito Network. Conduce Preferito Cinema Show su Radio Kaos Italy tutti i martedì alle ore 15, e il podcast L'Edicola del Boomer sulle principali piattaforme. Gli piacciono i social, i fumetti, le belle storie, scrivere di notte con la musica nelle orecchie, vedere un sacco di film e sognare ad occhi aperti.

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