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Recensione di “Bird” di Andrea Arnold, tra favola e film di formazione

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Recensione di “Bird” di Andrea Arnold, tra favola e film di formazione

“Bird”, tra favola e film di formazione

Bayley è una dodicenne affascinata da tutte le manifestazioni della natura e in particolare dal volo degli uccelli, un contraltare alla vita che conduce nella periferia della sua città.

Chiusa negli spazi angusti di un edificio fatiscente vive con un padre giovanissimo pluritatuato che va avanti a forza di espedienti, l’ultimo dei quali l’allevamento di un rospo che dovrebbe produrre un muco allucinogeno la cui vendita gli procurerebbe il denaro necessario per sposarsi. Questo l’ambiente in cui si muovono i protagonisti dell’ultima pellicola della regista britannica Andrea Arnold, nelle sale l’8 maggio prossimo e acclamata al Festival di Cannes.

Un film di formazione a tutti gli effetti, dove il processo evolutivo non riguarda soltanto la piccola Bayley ma anche il suo genitore-bambino. Sullo sfondo gli adulti, i cui frequenti soprusi casalinghi ai danni dei figli non sfuggono ad una banda di adolescenti che organizza spedizioni punitive.

Nel complesso, si è di fronte alla convincente rappresentazione di una realtà sociale di emarginazione, comunque ben lontana dal pessimismo di un Ken Loach o dalla cupezza estrema di una Lynn Ramsay.

Eh si, perché tra l’altro nella vicenda interviene un elemento favolistico che porta nuova linfa alla fiducia in un domani migliore.

Colonna sonora tambureggiante

L’intero film è contrappuntato da un martellante susseguirsi di brani del repertorio pop rock britannico, senza comunque nuocere alla narrazione, tutt’altro. E’ anzi parte integrante e necessaria del racconto, come pure il largo ricorso alla camera a mano: la staticità è un elemento estraneo alla vicenda, contrasterebbe quell’evoluzione, alla fine quasi corale, che la regista auspica e a cui mostra di credere fermamente.

Il cast

Barry Keoghan (il padre di Bayley) non lo si scopre certo ora: ha dato già prova delle sue notevoli capacità attoriali ne Il sacrificio del cervo sacro di Lanthimos e in Saltburn, per citarne solo alcuni. Menzione a parte per Franz Rogowski nei panni di un personaggio a metà tra un deus ex machina e un angelo vendicatore, nelle movenze quasi un Robin Williams replicato.

La regista Andrea Arnold non cessa, con pieno merito, di mietere consensi: dai tempi del premio Oscar per il cortometraggio Wasp i suoi progressi sono stati costanti con il plauso della critica cinematografica.

About Author

Angelo Marcoaldi

Angelo Marcoaldi è nato a Roma il 12.03.1956. Diplomato al Liceo classico Giulio Cesare di Roma nel 1975, è giornalista pubblicista. Ha collaborato a diversi quotidiani e periodici. Dal 1982 al 1988 è stato programmista regista radiofonico in RAI, con contratti a tempo determinato, curando in particolare trasmissioni di poesia contemporanea. Ha lavorato fino al 2006 per un call center e dal 2007 è stato dipendente del Comune di Roma.

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