TIVOLI: E’ ancora emergenza nomadi
Segui Email Il Consiglio comunale, nella seduta di ieri sera, 16 febbraio 2009, su proposta del Sindaco Giuseppe Baisi
Il Consiglio comunale, nella seduta di ieri sera, 16 febbraio 2009, su proposta del Sindaco Giuseppe Baisi ha approvato un ordine del giorno in cui “esprime la propria contrarietà al trasferimento di strutture per i nomadi nel territorio comunale e nei territori di altri comuni confinanti o attigui a Tivoli”.
“Il Consiglio ” è scritto nell’odg approvato – sostiene pienamente l’azione del Sindaco e dalla Giunta, invitandoli a portare avanti tutte le eventuali ulteriori iniziative nell’interesse della comunità locale, con particolare riferimento alla collaborazione interistituzionale con altri Comuni, la Provincia di Roma, la Regione Lazio e la Prefettura nell’ottica dell’Area Metropolitana e alla necessità che le decisioni in merito al trasferimento delle strutture per i nomadi siano prese non attraverso scelte unilaterali ma con la partecipazione e il contributo di tutti i soggetti, coinvolgendo anche le comunità interessate, per arrivare a scelte politiche condivise e a soluzioni durature attraverso una collaborazione attiva nel reciproco rispetto dei diritti, dei doveri e della legalità”.
Il sostegno del Consiglio al primo cittadino si riferisce in particolare alle iniziative avviate dal Sindaco Baisi, il quale tra l’altro si è fatto promotore di una serie di incontri con i rappresentanti di altri Comuni del territorio che hanno portato, alla fine dello scorso novembre, alla stesura di un documento congiunto sottoscritto da undici Sindaci.
Successivamente il 22 dicembre 2008 il Prefetto di Roma, nella sua qualità di Commissario delegato per l’Emergenza nomadi nella Regione Lazio il 22 dicembre 2008 ha chiesto ai Comuni, compreso Tivoli, di volere segnalare con urgenza le aree di rispettiva competenza che potrebbero risultare idonee all’allestimento di piazzole di sosta temporanea per camper a caravan di famiglie nomadi in transito ovvero alla costruzione di insediamenti con caratteristiche abitative di maggior stabilità, indicando inoltre il numero di persone che sarebbe possibile accogliere.
Di conseguenza la Giunta comunale, con delibera N° 5 del 13 gennaio 2009, ha stabilito di costituire una commissione intersettoriale con il compito di esaminare e valutare le problematiche evidenziate nella suddetta nota del Prefetto di Roma.
La suddetta commissione ha evidenziato, nella relazione conclusiva dei lavori, che “nel territorio comunale non possano essere individuate aree idonee all’allestimento di campi per famiglie nomadi in transito o per la costruzione di insediamenti con caretteristiche stabili, sia per la assoluta indisponibilità di aree idonee, sia per le condizioni che occorrerebbero a garantire una vita dignitosa e una adeguata inclusione sociale”.
Il Consiglio comunale ha condiviso pienamente le argomentazioni evidenziate dal Sindaco nel documento sottoscritto anche dagli altri primi cittadini, in particolare “che lo spostamento dei campi nomadi lontano dai centri abitati della Capitale non farebbe altro che ” come è già accaduto negli ultimi anni – trasferire ai Comuni dell’hinterland confinanti con Roma i problemi di convivenza e di integrazione sociale attualmente esistenti poiché, vista la conformazione del territorio, ciò porterebbe inevitabilmente a creare le nuove strutture vicino ai centri abitati dei nostri Comuni, vanificando in un solo colpo il lavoro svolto e le risorse utilizzate finora per l’integrazione degli stranieri nei nostri territori” e che “questa complessa situazione debba essere affrontata non cercando di trasferire problemi di difficilissima soluzione ad altri enti – tra l’altro con molte meno risorse economiche rispetto a Roma e strutture non organizzate per affrontare emergenze sociali di questo tipo e portata – ma attraverso un processo di coinvolgimento e di partecipazione, tenendo anche conto dei programmi per l’istituzione dell’Area Metropolitana, di tutti gli enti e le istituzioni, a partire dalla Provincia di Roma, dalla Regione Lazio, dai Comuni dell’hinterland, dalla Prefettura e dalla Questura”.