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Intervista ai D.M.O.: “Sulle orme dei Depeche Mode”

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Intervista ai D.M.O.: “Sulle orme dei Depeche Mode”

I corridoi del Teatro Ambra sono silenziosi ma lo saranno ancora per poco poiché entro breve le porte si apriranno per accogliere i partecipanti all’evento che vedrà protagonisti gli inglesi D.M.O. Vicino la sala concerto incontro Alex Bourner batterista della band visibilmente stanco ma cordiale. Pochi minuti prima, grazie all’intervento di Maxim di Nylon, mi sono presentato a Dean il singer che con sincero sorriso si è reso disponibile a rispondere a qualche domanda e con Jack Hollister (chitarra). Accompagnati da Ivan Lavaccara Parolini, tra i massimi collezionisti di materiale dei Depeche Mode in Italia e non solo il quale tiene a battesimo la band in queste date italiche, seguiti da Mick, padre di Dean e cognato di Martin Gore (presente anche la sorella Karen del noto artista inglese), ci avviamo in una saletta dell’Ambra più raccolta per una piacevole chiacchierata.
La prima domanda è d’obbligo.

Come sono nati i D.M.O. ?
Dean: In maniera molto semplice come nascono tanti altri gruppi. Ho incontrato Jack e Alex gli ho chiesto cosa ne pensassero di mettere su una band .Una band fisica e vera! E così eccoci qui.

Quali sono state le vostre influenze sin dall’inizio?
Dean: I Depeche Mode, per me fantastici. So che può sembrare scontato ma è la musica con cui sono inevitabilmente cresciuto. Adesso seppur mi accompagni, quotidianamente, non posso esimermi dall’ascolto di gruppi quali Editors,Joy Division…
Jack: Smiths!

L’Inghilterra da anni è una fucina di talenti e correnti musicali incredibili. Dai Beatles in poi il mercato americano ha solo inseguito o sbaglio?
Dean: Naa, siamo davvero i migliori, hai visto giusto, bravo! (Dice in tono scherzoso)

Ho notato come sul palco manca un bassista.
Dean: No, Jack (il chitarrista) si occupa di tutto attraverso la pedaliera.

Per una maggiore tranquillità sul palco prevedete in futuro un inserimento?
Alex: Capisco quel che vuoi dire ma il fatto è che tra noi c’e’ così tanta armonia che non vorremmo che un altro membro metta in crisi questo equilibrio.
Jack: Forse in futuro vedremo…

Un turnista?
Dean: Questo sarebbe già più accettabile ma al momento davvero non ci sono motivi per cercare qualcuno.

Un mini e un singolo sino ad ora, quando realizzerete un vero album?
Jack: Lo faremo in futuro ma probabilmente sarà un altro EP. Non abbiamo così tanti brani e per noi è meglio lavorare su poche tracce ma farle bene. Al momento stiamo pensando di allargare la nostra audience e questa è la priorità. Fatto questo si penserà a presentare un vero e proprio album.
Alex: I Live sono importantissimi per aumentare il nostro seguito.

Cosa pensate di internet a proposito di questo?
Jack: Credo sia ottimo per la promozione ma se ciò che fai è rubato il musicista è costretto a vedere il proprio lavoro come un hobby.
Alex: Esattamente. Non neghiamo le possibilità che la rete offre, ma gli abusi possono danneggiare gruppi come il nostro.
Dean: Non siamo ancora così grandi da poter rischiare che il nostro album intero sia scaricato da internet. Sarebbe una grossa perdita.

Alcuni gruppi limitano il problema offrendo dei package particolari per i propri lavori, molto elaborati, quasi da collezione.
Jack: Questo è un modo intelligente di vendersi sicuramente.

Come stanno andando i concerti e avete notato differenze da paese a paese?
Dean: Tutto bene fantastico. Non magari grandi differenze ma bella davvero l’accoglienza ricevuta sinora.
Jack: In Italia siete senz’altro più caldi e abbiamo una base abbastanza solida rispetto ad altri paesi.

Domandona della serata: il vostro album preferito dei Depeche Mode?
Dean: Oddio devo pensarci…
Alex: “Ultra”
JACK: “Delta Machine”, è tra i miei primi dieci di sempre.
Dean: Ci sono, “Songs of faith and devotion”!

E l’album che vi ha fatto venir voglia di fare i musicisti?
(E qui i ragazzi vanno in crisi)
Dean: Aaahhh….
JACK: “By the way” dei RHCP
ALEX: “The Lightning Seeds”
DEAN: Qualcosa dei Rolling Stones.

Dai Dean, la discografia di Jagger e company non è poi così grande (Italico sarcasmo spicciolo)
Dean: Ah lo so, lo so, dai “Sticky Fingers”!

Progetti per il futuro?
Tutti: Continuare a suonare e realizzare il nuovo EP.

Grazie ragazzi, grazie Dean. Nessuna domanda sul tuo illustre Zio, volevo concentrare le domande su di voi, ok?
Dean: Grazie. Mio zio non ha certo bisogno che parli di lui!

Chris

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Giovanni Lembo

2 Comments

  • Grandi dmo

  • Davvero bella intervista 🙂

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