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GUIDONIA: Il Faro Montecelio denuncia l’ennesimo crollo alla Rocca medievale

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Il Faro Montecelio denuncia l’ennesimo crollo alla Rocca medievale. Perduto uno sperone delle mura quattrocentesche. E’ concreto il rischio di ulteriori cedimenti.
In concomitanza con le recenti piogge di fine primavera s’è verificato un nuovo crollo alle mura perimetrali della Rocca di Montecelio. Il crollo, di notevoli dimensioni, ha lasciato a terra diversi metri cubi di materiale e anche stavolta le macerie non sono rotolate a valle per la fortunata presenza di un antico muro di contenimento. Secondo gli esperti del Gruppo Archeologico Latino “Latium Vetus” – Sezione Cornicolana, il cedimento ha interessato uno sperone del rinfoderamento quattrocentesco, messo in opera dagli Orsini per proteggere la fortezza da eventuali assalti portati con le armi da fuoco di grande calibro. A causare il cedimento è stata l’opera demolitiva di alberi e arbusti che, radicatisi tra le fessure delle antiche mura, ne hanno minato la solidità strutturale.
Al momento l’intera area interessata dal crollo si presenta fortemente instabile e sembrano sussistere – allo stato e nel breve termine-  probabilità di nuovi e più estesi cedimenti che potrebbero costituire anche un pericolo per le abitazioni sottostanti di via della Lapide.
La parte franata si trova in prossimità dell’antico ingresso nord della rocca, usato come porta di soccorso, vicino alla rampa di accesso e a poca distanza dal crollo che lo scorso anno interessò una struttura periferica del monumento medioevale. In seguito a tale circostanza il Comitato Montecelio e il Circolo Legambiente di Guidonia hanno segnalato il pericolo di nuovi crolli al TG 3 la cui troupe ha effettuato una diretta televisiva regionale che ha messo in evidenza il degrado dell’intera area.
Il Comune ha quindi provveduto ad effettuare una completa ripulitura della cinta muraria che guarda a settentrione, mai restaurata. Il disboscamento ha messo in evidenza i punti in cui la cortina presentava lacune e debolezze strutturali tali da richiedere un immediato intervento di consolidamento e restauro. In mancanza di questo, però, l’intervento di diserbo ha avuto il solo effetto di minare ancora di più la solidità delle mura, esposte completamente alle intemperie.
In seguito, anche il programma televisivo “Striscia La Notizia” è stato interessato al caso coinvolgendo Vittorio Sgarbi. Secondo il critico d’arte, la Rocca di Montecelio è un perfetto “luogo dello spirito”, pieno del fascino tipico delle rovine ma condannato al disfacimento attraverso una lenta opera di oblio, che passa per il divieto di accesso al pubblico, solo per motivi burocratici, e per la negazione dei fondi necessari a completare il restauro. Secondo Sgarbi l’area archeologica, consolidata negli anni Ottanta, non presenta rischi per i visitatori e potrebbe essere già liberamente fruibile dal pubblico.
Nel constatare il persistente stato di abbandono del monumento, il Faro Montecelio, insieme al Comitato Montecelio e al Gruppo Archeologico Latino, non può tacere lo scempio che silenziosamente viene perpetrato in questo luogo, forse vissuto più come un fastidioso ingombro amministrativo che come un’occasione di cultura. Purtroppo cresce anche il timore che, al di là delle frasi di circostanza pronunciate dopo ogni crollo, una scelta dettata dal disinteresse sia già stata fatta.
Anche l’illuminazione “artistica”, realizzata solo quattro anni fa, è stata in gran parte vandalizzata, lasciando così la Rocca, unica tra le fortezze della zona, quasi completamente al buio.
Il Faro Montecelio trova sorprendente che l’Amministrazione di un Comune di oltre novantamila abitanti, più grande di Aosta, Ascoli o Siena, non sappia come reperire fondi per la gestione del suo importante patrimonio storico e artistico, in particolare della millenaria Rocca, monumento simbolo di Montecelio e del Comune.
Eppure basterebbe davvero poco per gestire adeguatamente questi beni; nel caso della Rocca, si restituirebbe alla popolazione del borgo un luogo di aggregazione che attualmente non esiste. Basterebbe una periodica manutenzione ordinaria, magari avvalendosi delle numerose associazioni di volontariato, per avere nuovamente il vanto di una straordinaria terrazza su Roma, pronta ad accogliere i visitatori, almeno nei giorni festivi.
Chi vive a Montecelio sa quanti turisti d’ogni nazione (tedeschi, americani, coreani…) salgono fin lassù nella vana speranza di poter accedere ad un luogo magico, dove lo sguardo può cogliere in un colpo solo il mare e le montagne, albe e tramonti memorabili su Roma e il suo inconfondibile profilo segnato dalla cupola di San Pietro.
Chi vive a Montecelio però conosce soprattutto lo sguardo deluso di quei turisti fermi davanti al un cancello perennemente chiuso, che non torneranno più a visitare il nostro borgo.
Un’occasione mancata per la cultura e per l’economia dei nostri luoghi.

Il Faro Montecelio denuncia l’ennesimo crollo alla Rocca medievale. Perduto uno sperone delle mura quattrocentesche. E’ concreto il rischio di ulteriori cedimenti. In concomitanza con le recenti piogge di fine primavera s’è verificato un nuovo crollo alle mura perimetrali della Rocca di Montecelio. Il crollo, di notevoli dimensioni, ha lasciato a terra diversi metri cubi di materiale e anche stavolta le macerie non sono rotolate a valle per la fortunata presenza di un antico muro di contenimento. Secondo gli esperti del Gruppo Archeologico Latino “Latium Vetus” – Sezione Cornicolana, il cedimento ha interessato uno sperone del rinfoderamento quattrocentesco, messo in opera dagli Orsini per proteggere la fortezza da eventuali assalti portati con le armi da fuoco di grande calibro. A causare il cedimento è stata l’opera demolitiva di alberi e arbusti che, radicatisi tra le fessure delle antiche mura, ne hanno minato la solidità strutturale.

Al momento l’intera area interessata dal crollo si presenta fortemente instabile e sembrano sussistere – allo stato e nel breve termine-  probabilità di nuovi e più estesi cedimenti che potrebbero costituire anche un pericolo per le abitazioni sottostanti di via della Lapide.

La parte franata si trova in prossimità dell’antico ingresso nord della rocca, usato come porta di soccorso, vicino alla rampa di accesso e a poca distanza dal crollo che lo scorso anno interessò una struttura periferica del monumento medioevale. In seguito a tale circostanza il Comitato Montecelio e il Circolo Legambiente di Guidonia hanno segnalato il pericolo di nuovi crolli al TG 3 la cui troupe ha effettuato una diretta televisiva regionale che ha messo in evidenza il degrado dell’intera area.

Il Comune ha quindi provveduto ad effettuare una completa ripulitura della cinta muraria che guarda a settentrione, mai restaurata. Il disboscamento ha messo in evidenza i punti in cui la cortina presentava lacune e debolezze strutturali tali da richiedere un immediato intervento di consolidamento e restauro. In mancanza di questo, però, l’intervento di diserbo ha avuto il solo effetto di minare ancora di più la solidità delle mura, esposte completamente alle intemperie.

In seguito, anche il programma televisivo “Striscia La Notizia” è stato interessato al caso coinvolgendo Vittorio Sgarbi. Secondo il critico d’arte, la Rocca di Montecelio è un perfetto “luogo dello spirito”, pieno del fascino tipico delle rovine ma condannato al disfacimento attraverso una lenta opera di oblio, che passa per il divieto di accesso al pubblico, solo per motivi burocratici, e per la negazione dei fondi necessari a completare il restauro. Secondo Sgarbi l’area archeologica, consolidata negli anni Ottanta, non presenta rischi per i visitatori e potrebbe essere già liberamente fruibile dal pubblico. Nel constatare il persistente stato di abbandono del monumento, il Faro Montecelio, insieme al Comitato Montecelio e al Gruppo Archeologico Latino, non può tacere lo scempio che silenziosamente viene perpetrato in questo luogo, forse vissuto più come un fastidioso ingombro amministrativo che come un’occasione di cultura. Purtroppo cresce anche il timore che, al di là delle frasi di circostanza pronunciate dopo ogni crollo, una scelta dettata dal disinteresse sia già stata fatta. Anche l’illuminazione “artistica”, realizzata solo quattro anni fa, è stata in gran parte vandalizzata, lasciando così la Rocca, unica tra le fortezze della zona, quasi completamente al buio. Il Faro Montecelio trova sorprendente che l’Amministrazione di un Comune di oltre novantamila abitanti, più grande di Aosta, Ascoli o Siena, non sappia come reperire fondi per la gestione del suo importante patrimonio storico e artistico, in particolare della millenaria Rocca, monumento simbolo di Montecelio e del Comune.

Eppure basterebbe davvero poco per gestire adeguatamente questi beni; nel caso della Rocca, si restituirebbe alla popolazione del borgo un luogo di aggregazione che attualmente non esiste. Basterebbe una periodica manutenzione ordinaria, magari avvalendosi delle numerose associazioni di volontariato, per avere nuovamente il vanto di una straordinaria terrazza su Roma, pronta ad accogliere i visitatori, almeno nei giorni festivi.

Chi vive a Montecelio sa quanti turisti d’ogni nazione (tedeschi, americani, coreani…) salgono fin lassù nella vana speranza di poter accedere ad un luogo magico, dove lo sguardo può cogliere in un colpo solo il mare e le montagne, albe e tramonti memorabili su Roma e il suo inconfondibile profilo segnato dalla cupola di San Pietro.

Chi vive a Montecelio però conosce soprattutto lo sguardo deluso di quei turisti fermi davanti al un cancello perennemente chiuso, che non torneranno più a visitare il nostro borgo. Un’occasione mancata per la cultura e per l’economia dei nostri luoghi.

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Giovanni Lembo

Giornalista, sceneggiatore, speaker, podcaster, raccontastorie, papà imperfetto. Direttore di Sitopreferito.it e fondatore del Preferito Network. Conduce Preferito Cinema Show su Radio Kaos Italy tutti i martedì alle ore 15, e il podcast L'Edicola del Boomer sulle principali piattaforme. Gli piacciono i social, i fumetti, le belle storie, scrivere di notte con la musica nelle orecchie, vedere un sacco di film e sognare ad occhi aperti.

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